LUCA DOTTA. La mia storia

 

Questo è l’ospedale di Alba (CN), qui, il 18 novembre 1980, sono venuto alla luce.

Per me iniziava una nuova avventura. “Sei tu che mi hai tessuto nel grembo di mia madre. Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda. Meravigliose sono le tue opere” (Sal 138,14). Guarda com’ero da piccolo! Anche se a vedermi così forse non sembrerebbe, tuttavia i miei genitori mi hanno sempre raccontato che già allora ero ben forte. Perché, ti chiederai? A tre mesi appena ho fatto una brutta bronchiolite e gli stessi medici avevano allertato papà e mamma dell’eventualità di prepararsi anche al peggio. E invece?   Ce l’ho fatta! Superata una lunghissima notte, poi, un pò alla volta ne sono uscito. Purtroppo quella malattia ha lasciato alcune conseguenze che mi hanno accompagnato tutta la vita. Ma non mi sono mai arrabbiato per questo. Anzi, quei leggeri limiti mi hanno reso invece ancora più attento e sensibile alle sofferenze e alle esigenze degli altri. “Alla sera sopraggiunge il pianto e al mattino, ecco la gioia” (Sal 29,6).

Queste sono le due persone a me più care: papà Bruno e mamma Marilena. Essi sono i miei due unici, insuperabili, genitori. Che cosa avrei potuto fare senza di loro? Papà, mamma, grazie perché avete voluto collaborare con il disegno del Creatore quando disse alla prima famiglia: Entrambi avete abbandonato il padre e la madre, vi siete uniti, e insieme avete formato una sola carne (cfr Gen 2,24). Voi siete stati veramente bravi, ma vi assicuro che anch’io ce l’ho messa tutta per rendervi felici e orgogliosi di me.