Spazio aperto a tutti per dialoghi - domande - interventi - testimonianze



Pensiero
Oggi è salita in Cielo, Gabriella, una vostra ascoltatrice.
Lei amava ascoltare Radio Mater. E affidava alla Madonna tutti i suoi cari. Era troppo buona, sensibile e cercava di donare amore sempre e a tutti.
Infatti, tante persone si sentivano bene a parlare con lei. Si sentivano meno sole, capite e accolte. Riusciva a trasmettere tanto amore. Ogni persona che andava ad incontrarla diceva di trovare in lei pace, di trovare Dio.
La sua gioia e il suo entusiasmo continueranno ad alimentare il suo ricordo nella nostra quotidianità. Il suo esempio sarà fonte di ispirazione per chi l’ha amata.
🌹


Aggiunto: Gennaio 15, 2024
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Pensiero
Buongiorno a tutti voi. Desidero ringraziarvi per la preziosa testimonianza ascoltata oggi a Radio Mater, sul piccolo e grande Marco. Un abbraccio fortissimo. Uniti nella preghiera. Paola

Aggiunto: Aprile 25, 2020
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Pensiero
Mi è stato chiesto da un sacerdote amico di scrivere una preghiera da fare davanti alla Croce.
Devo guardare la Croce con gli occhi di Maria.
Mi è nata dal cuore questa preghiera:Stava Maria ai piedi della croce…

Sono una mamma, sto davanti alla Croce e la guardo.
Ai piedi della Croce c’è Maria, donna e madre. Le parlo, le apro il mio cuore di madre che ha attraversato la prova.
“ Maria, hai voluto stare ai piedi della Croce che ospitava tuo figlio morente.
Tu tenevi gli occhi fissi su di lui per penetrare ogni suo movimento e respiro.
Lui non guardava nei tuoi occhi per non scorgere il dolore straziante che ti trasfigurava e che rifletteva la sua sofferenza.
Maria, in quei momenti di dolore così devastante, avresti potuto decidere di non accompagnare il tuo Gesù, ti avremmo capita. Hai scelto di seguirlo fino alla fine. Hai scelto di raccogliere il suo ultimo respiro e di condividere tutto di lui, dal suo primo vagito fino a quel: “ Ecco tua madre!” che ti consegnava a tutta l’umanità.
Quando lui ha smesso di respirare, nel tuo cuore si è presentata tutta la tua Storia di Madre.
Hai rivissuto lo stupore e lo smarrimento del momento in cui da ragazza hai ricevuto l’annuncio dall’Angelo.
Hai avvertito i timori del dover rivelare al tuo promesso sposo e ai tuoi genitori la notizia della nascita di tuo figlio, tuo e di Dio…
Si è ripresentato il ricordo della visita a tua cugina Elisabetta, la vostra gioia nel condividere la presenza nel vostro grembo di due doni preziosi, due prescelti da Dio.
Hai rivissuto la notte in cui con Giuseppe cercavate un alloggio per partorire e avete trovato solo la povertà di una stalla. Anche quella volta ti è stato chiaro che tutto era mistero: il Figlio di Dio accolto solo dai poveri e dagli stranieri; osannato dagli angeli, adorato dai pastori e dai Magi ma non riconosciuto dal suo popolo.
Hai sperimentato la fatica, l’umiliazione e il rischio del vivere in una terra straniera. Hai vissuto questo momento con estrema fiducia in Dio come quando hai ricevuto l’annuncio dell’Angelo.
Sei stata per trent’anni mamma di un figlio speciale e nel silenzio hai accettato che la sua vita si compisse secondo il misterioso progetto divino.
Quando tuo figlio ha scelto di vivere la sua vita lontano da te, lo hai lasciato andare. Hai continuato a vivere come prima, nell’intimità della tua casa, ma il tuo cuore era sempre con lui e in attesa di sue notizie. Ti raccontavano che compiva prodigi, uno lo hai visto coi tuoi occhi a Cana. Altre volte ti portavano notizie preoccupanti perché, nella coerenza del suo agire, Gesù dava fastidio ai potenti.
Poi ti hanno avvertita che lo avevano catturato e che lo volevano condannare e ti sei precipitata da lui. Il tuo cuore di madre ti diceva che aveva bisogno della tua presenza e del tuo sostegno. Si stava per compiere quello che Simeone ti aveva predetto molti anni prima: “ Una spada trafiggerà il tuo cuore”.
Ora sei ai piedi della croce e lo hai appena visto emettere il suo spirito. Non era disperato, ha perdonato i suoi carnefici, ma ha molto sofferto e tutta la sua sofferenza si è riversata nella tua carne. Di nuovo uniti come quando era nel tuo ventre.
Maria tu sei l’incarnazione di tutte quelle madri che vedono soffrire e morire i propri figli e che non si perdonano di non essere sulla croce al loro posto.
Sono le madri dei figli disabili, dei figli ammalati, dei figli drogati, dei figli prigionieri, dei figli carcerati, dei figli senza lavoro, dei figli emigrati e a volte privati persino della loro dignità.
Accanto ad ogni madre che ha gli occhi annebbiati dalle lacrime per un figlio, Tu sei presente, sei con ciascuna di loro.
Solo tu sai cogliere quello che veramente abita il loro cuore, perché hai vissuto lo stesso smarrimento e solo tu puoi donare loro la speranza che nasce dalla certezza della resurrezione.
Di nuovo parliamo di mistero: com’è possibile continuare a sperare e a credere che il figlio vive ancora dopo che lo si è accompagnato alla sepoltura?
Tu lo hai testimoniato perché ti sei fidata. A chi come te si fida della PAROLA ricevuta, a chi vive insieme allo smarrimento la fiducia che Dio non abbandona mai, a queste persone dal cuore semplice tu ricordi che nulla è impossibile a Dio: bisogna crederlo!
Le lacrime versate da una madre per la sofferenza di un figlio sono benedizione e sanno fare fiorire il deserto”.
Amen


Aggiunto: Marzo 27, 2020
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Pensiero
Valentina, come mi ritrovo in questo bel pensiero scritto per Giovanni... anch'io, sai ho perso mio fratello il 1 luglio 1990 ( aveva 25 anni) ed è mio fratello, mi dirai tu. .. " Eh sì ma cosa c'entra? " Ti rispondo io: l'amicizia è la relazione sulla quale si costruisce tutto prima di essere mio fratello è mio amico e quando è salito in cielo anch'io non riuscivo a scrivere nulla pur avendo un fuoco, un vulcano dentro che eruttava rabbia r domande a non finire... e la nostalgia che provo tutt'ora mi fa sentire in sintonia con te.
Anch'io ero anafettiva, in più calcolatrice e vendicativa, ma Tino ( l'amico/fratello) col suo sorriso sempre stampato sul viso, col suo entusiasmo mi ha insegnato che ogni giorno va vissuto densamente e che la vita va colta e apprezzata fosse solo per continuare l'opera iniziata da lui... sì siamo state fortunate ad avere ( perché continuiamo ad averlo) un amico così! Giovanni o Tino continuano ad aiutarci e a svelarci la loro presenza discreta ogni giorno, basta coglierla nelle persone che abbiamo vicino, nei segni di guarigione che chiediamo, nei piccoli miracoli che avvegono...


Aggiunto: Marzo 25, 2020
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Pensiero
Nel 18° compleanno di Giovannino Locci

21 marzo 2002

18 anni fa è nata una stella, una stella che purtroppo è diventata tale un po’ troppo presto.
18 anni fa è nato lui, Giovanni, il mio piccolo Giovi.
Quel ragazzino che mi ha cambiato la vita. Colui che per 12 anni è riuscito a conquistare il cuore di chiunque gli stesse intorno.
Sapete, parlo a voi che state leggendo, è difficile scrivere qualcosa in questi casi, perché i pensieri, le parole, sono talmente tante che non so bene cosa scrivere.
Inizi con una frase, la rileggi e poi la cancelli perché ti sembra non andare bene e avanti così per ore.
Non è facile trovare le parole giuste per far trasmettere a voi che leggete tutto quello che sto provando adesso, che ho provato quando se n’è andato e che provavo quando lui era ancora qui con noi.
Si, perché quando lui era ancora qui tra noi era tutta un’altra cosa. Non riuscivi a stare in pace per cinque minuti perché ti tartassava di messaggi o ti chiamava ogni minuto per chiederti di uscire e si arrabbiava se tu gli dicevi che avevi da fare. Perché lui era questo, non vedeva l’ora di vederti e se non ti vedeva ci restava male.
Era bello quando me ne stavo seduta davanti alla pizzeria e mi arrivava un messaggio da lui con scritto: “Ti vedo che sei seduta senza far nulla”, così alzavo gli occhi e non c’era, era nascosto tra le macchine e non riuscivo mai a vederlo; poi dal nulla “BUUH”, mi appariva di lato facendomi sempre paura.
Era bello quando, io “anaffettiva”, e lui che mi voleva sempre abbracciare.
Era bello quando aveva voglia di mangiare le ciliegie ma mandava sempre me sull’albero perché lui non riusciva a salire e ci rideva come un matto.
Era sempre felice. Non c’è mai stato un giorno in cui lui non avesse quel sorrisone stampato in faccia. Spiccava allegria da tutte le parti e non riuscivi in nessun modo a levargli quel sorriso fantastico.
Lui era forte, ma non abbastanza per una stupida malattia.
Una stupida malattia che me lo ha portato via troppo presto e proprio quando non me lo aspettavo. Non me l’aspettavo perche negli ultimi due mesi, prima di quell’orribile 7 febbraio, io e lui non parlavamo quasi più, ma se solo avessi saputo che a momenti se ne sarebbe andato, non avrei mai e poi MAI smesso di tenermelo vicino e dirgli quanto bene io gli volessi.
Quello che vi voglio dire è di dimostrare alle persone quanto gli volete bene, sempre, perché non saprete mai cosa ci aspetta nella vita, purtroppo.
Tornando a noi, oggi, 21 marzo 2020, è il suo 18esimo compleanno e lui non potrà festeggiarlo, non potrà provare la gioia di diventare “grande”.
Perché 12 anni sono pochi, quasi non ti rendi neanche conto di essere nato, che già te ne vai … e quando se n’è andato ha lasciato un grandissimo enorme vuoto dentro di me e in tutti quelli che lo conoscevano.
Caro piccolo Giovi, oggi avresti compiuto 18 anni, anzi, mi correggo, oggi COMPI 18 anni!Ebbene si, voglio usare il presente perché per me tu sei ancora qui, tu sei ancora fra noi, tu sei sempre stato e sempre sarai accanto a me.
Spero che tu sia fiero di quello che sono diventata, spero che tu possa festeggiare il tuo compleanno lassù, come avresti desiderato di fare e ciò che spero con tutto il cuore è di poterti rivedere.
Chissà, magari quando ti raggiungerò potremmo continuare a prendere in giro quei poveri cinesi che tu non sopportavi, magari potrai farmi vedere tutti quei video stupidi che ti facevano tanto ridere, che però non sei riuscito a farmi vedere in tempo, o magari chissà ... potrai abbracciarmi di nuovo, per sempre!
Ti voglio dire grazie, ma un grazie enorme, un grazie infinito, per ogni secondo che hai passato insieme a me, perché tu, con i tuoi modi buffi di fare mi hai insegnato tanto. Anche se in poco tempo mi hai dato l’anima, perché anche se tra noi ci sono solo due anni di differenza, per me quello più grande che mi faceva da fratellone maggiore, eri tu.
Quindi Grazie con la lettera maiuscola Giovi, per tutto quello che abbiamo passato insieme, dalle cose più belle alle più tristi, grazie!
E per aggiunta, un angelo bellissimo come te non poteva che nascere nel giorno di primavera.
Tantissimi auguri mio piccolo angioletto ... Ti ho voluto, ti voglio e ti vorrò un bene infinito.

La tua Amica Valentina


Aggiunto: Marzo 22, 2020
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Pensiero
Buongiorno sono Antonella la mamma di Loris, volevo condividere un verso della Sacra Bibbia che mi porta pace nel cuore, Galati 2,20 «Io vivo, ma non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me». Penso che la nostra meta debba essere il cielo e non le cose terrene, avere la certezza che Cristo vive in noi, cercare di svuotarci completamente delle cose inutili per far posto solo a Lui e alla Sua volontà. Non è semplice ma penso che la nostra vita è un pellegrinaggio verso Dio, i nostri angeli ci aiutano, ci confortano e intercedono per noi.

Aggiunto: Gennaio 26, 2020
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Pensiero
Loris: “Papà non ti preoccupare per me, mi raccomando. Ora devi pensare a mamma e a Mattia, io sto’ bene qui, con Gesù e Maria”

Cari ascoltatori di Radio Mater, benedicendo il buon Dio e la Mamma Celeste di poter far parte di questa meravigliosa Famiglia, con il presente articolo, desideriamo riprendere e condividere la trasmissione “Filo diretto con i nostri Angeli” di sabato 28 settembre scorso, presentato dal gruppo GAM di Alba (CN) “Maria Porta del Cielo”. La testimonianza sotto riportata è del giovane papà di Loris Rigato, un bimbo nato ad Asti il 16 gennaio dell’anno 2006, da mamma Antonella e papà Moreno. Trascorre un’infanzia serena nella sua famiglia che lo ricopre di affetto e di attenzioni, ampiamente ricambiate.

Ma nel mese di febbraio del 2016 comincia a stare male e di lì a poco gli viene diagnosticato un Glioblastoma cerebrale: una forma di tumore dei più aggressivi. In quattro mesi e undici giorni, il 30 giugno 2016, dall’ospedale Regina Margherita di Torino, Loris è salito tra le braccia del Padre. Ora corre e gioca nelle foreste del Paradiso. Un tenero bambino, piccolo di età ma decisamente forte e grande dentro. “La mia tigre”, come lo chiamava suo papà Moreno.

Ecco il suo racconto:

“Verso la fine di maggio 2019, ho avuto un brutto incidente stradale e tanti erano i traumi subiti che in ospedale hanno dovuto mettermi in coma farmacologico. In quell’arco di tempo c’era dentro di me un buio totale e ancora oggi non ho memoria dell’incidente e del ricovero. Solo una cosa ricordo molto bene. Improvvisamente vidi una luce in lontananza avvicinarsi progressivamente che si faceva sempre più grande, quasi da abbagliarmi. Poi iniziai a vedere le sagome di tre persone che, più si avvicinavano, più riconoscevo tra loro il volto di Gesù, quello della Madonna e in mezzo a loro nostro figlio Loris. Si fermarono circa una decina di metri da me, sempre circondati di quella luce che irradiavano, mentre Loris continuò ad avvicinarsi con il suo fare scherzoso da bambino di 10
anni, finché arrivò a circa un metro e mi disse: «Papà non ti preoccupare, non ti preoccupare per me, mi raccomando. Ora devi pensare a mamma e a Mattia, io sto’ bene qui, non ti preoccupare mi raccomando!»
Poi, guardandomi per qualche secondo negli occhi, con il suo consueto sorriso bellissimo, alzò la mano per salutarmi dicendomi: «Ciao, papà!» Subito dopo si voltò raggiungendo Gesù e Maria. Mentre
pian piano si allontanavano insieme, io li vedevo sempre più piccoli e anche la luce si faceva sempre più tenue fino a scomparire del tutto. Con questa visione desidero testimoniare che, da quando nostro figlio Loris è volato in cielo, il 30 giugno 2016, insieme a mia moglie Antonella e al piccolo fratellino Mattia, abbiamo attraversato dei momenti molto difficili e dolorosi dove, anche la fede, soprattutto la mia, è stata messa a dura prova. Non sapevo più a chi e a che cosa credere e spesso mi chiedevo dove fosse Loris e ciò mi provocava tormento nell’anima. Non accettavo la perdita di nostro figlio; invece quest’esperienza mi ha cambiato dentro. Ora riesco a ringraziare Dio per questa mia conversione e ho capito che Lui non ha fatto altro che prendersi cura di Loris, anzi lo ringrazio per avermi fatto sperimentare che ora lui è felice in Paradiso”. Con affetto Rigato Moreno


Aggiunto: Gennaio 26, 2020
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Pensiero
È vero Romana, come sempre è stato un bell'incontro domenica!
Io arrivo delusa, stanca delle continue critiche sul mio ottimismo ( chi è cristiano come fa a non esserlo, sapendo che Gesù ci tiene un posto lassù ) vissute durante il mese...
quindi arrivo con le pile scariche e ... la preghiera e le condivisioni dei fratelli in Cristo mi aiutano a caricare la mia anima stanca e ripartire per un altro mese... tutto anche grazie al nostro direttore spirituale che ha risposto con entusiasmo a questa chiamata!


Aggiunto: Gennaio 22, 2020
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Pensiero
Domenica 19 Gennaio 2020 si è tenuto il primo incontro del gruppo Santa Maria Porta del CIELO.Sono esattamenta 20 anniche questo gruppo ha preso vita, timidamente all'inizio raccogliendo genitori a cui erano mancati figli in giovane eta'o persone a loro care.La finalità era ,e continua ad essere, di camminare insieme e trovare forza nella preghiera e nella Parola di Dio,seguiti dal padre spirituale don Eligio.In questi anni il gruppo si è ingrandito:è diventato un vero strumento di Pastorale della LUCE,un aiuto offerto dalla Divina Misericordia che, pur nella tragicita'del distacco, dona ai suoi figli la certezza che i nostri cari nella Comunione dei Santi, sono vivi, vivi in Lui,vivi in noi. vivi tra noi.
Affidiamo ii nostro cammino alla Mamma Celeste per diventare strumenti di consolazione e di speranza, là dove c'è dolore e sofferenza.


Aggiunto: Gennaio 20, 2020
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Pensiero
In questo spazio in cui si parla dei nostri figli che ora vivono in una dimensione speciale, ma vivono, voglio condividere con tutte le persone che prenderanno contatto con questo sito la bella e entusiasmante esperienza che stiamo vivendo per tenere vivi i nostri figli.
Stiamo costruendo insieme, noi genitori che hanno perso un figlio ma che sanno che è ancora vivo, un MAZZO DI FIORI.
Il Mazzo di Fiori diventerà un libro dove ogni capitolo è un FIORE/figlio che è stato reciso. Per non disperderne il profumo, il colore e la bellezza, il Fiore è stato raccolto e messo in un vaso con altri FIORI per formarne un mazzo.
Se un fiore viene reciso e lo si lascia a se stesso muore, perde tutta la bellezza che ha sempre avuto e tutto finisce. Se lo stesso fiore lo poni in un vaso gli permetti di continuare a donare a tutti il profumo, i colori, la bellezza e la poesia che contiene.
Questo pensiero quando è venuto è stato subito condiviso e accettato da molti genitori e il MAZZO si sta formando è ricco della bellezza di tanti fiori. Mi sono posta la domanda di cosa fosse a donare nutrimento ai FIORI del vaso e a un certo punto ho avuto una illuminazione che sono certa mi è stata inviata dal cielo: sono le nostre lacrime di mamme e papà che piangono umanamente i propri figli. Lacrime che non vanno disperse ma raccolte per continuare a donare vita.
In questo Mazzo i fiori sono davvero tanti e mano a mano che il mazzo si arricchisce di nuovi Fiori la bellezza aumenta.
Più il tempo passava aumentava la consapevolezza che questo dolore di genitori in lutto appartiene a tutti i genitori della terra. Sentivo il desiderio di non fare mancare nel Mazzo anche FIORI che appartenessero ad altre religioni oltre a quella cattolica e ho osato fare la proposta al rabbino capo di Roma e a un imam e il cuore mi si è riempito di gioia nel vedere che hanno risposto e aderito immediatamente alla richiesta di collaborazione per rendere il nostro MAZZO DI FIORI un segno inter religioso.
Lo scopo di questo libro MAZZO DI FIORI sarà quello di chiedere a papa Francesco, al rabbino capo di Roma e all'Imam di riuscire a trovare un giorno nel calendario dell'anno per poterlo dedicare alla preghiere per sostenere tutti i genitori del mondo che hanno perso un figlio.
E' un lavoro impegnativo e non senza fatica e la Provvidenza, che pensa sempre a tutto, ha voluto che una persona di grande competenza e professionalità si rendesse disponibile per realizzare il libro. Ogni volta che penso a questo Mazzo di Fiori non posso che rimanere stupita e positivamente colpita perchè dall'unione di tante sofferenze e dolori sgorgherà la CONSOLAZIONE per tutti i genitori in lutto.
Quando quasi 15 anni fa è morto il nostro Paolo, ho sentito forte da subito che il Signore ci stava chiedendo qualcosa e che quello che si stava compiendo non era solo devastante. Certo umanamente ero molto provata e a volte lo sono ancora ma la cosa che ho voluto da subito rifiutare è stato di SCIUPARE il dolore per la morte di Paolo.
Se mio marito e io avessimo accettato in modo passivo questa triste e dura realtà avremmo finito di vivere anche noi con Paolo, ma non potevamo.
Non potevamo accettare di non vivere solo perchè lui non era più vicino a noi in modo visibile. Paolo ci chiedeva e voleva che continuassimo a vivere e non sciupassimo il tempo che ci era ancora concesso, lui amava la vita e non ha sciupato nemmeno un attimo dei suoi 18 anni.
Sono certa che quando il MAZZO sarà completato la sua bellezza non potrà essere nascosta. Il suo profumo inebrierà i cuori dei genitori in lutto e i suoi colori saranno una poesia per l'anima.
La morte non è la fine di tutto ma può essere l'inizio di una nuova sbocciatura.


Aggiunto: Gennaio 19, 2020
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